La materia è regolata dall’art. 11 del D. Lgs. 150 del 1° settembre 2011. 
In caso di controversia in materia agraria, prima di adire l’Autorità Giudiziaria competente, l’interessato deve esperire un tentativo di conciliazione stragiudiziale obbligatoria a pena di improponibilità dell’azione giudiziale. 
Il tentativo di conciliazione riguarda le controversie in materia di contratti agrari o conseguenti alla conversione dei contratti associativi in affitto, così come stabilito dal sopra citato art. 11. 

La richiesta del tentativo di conciliazione deve pervenire con nota PEC, al Dipartimento Agricoltura - Servizio Territoriale per l’Agricoltura competente per territorio e dev’essere notificata a cura del richiedente anche alla/e controparte/i con PEC. La richiesta, deve contenere l’indicazione chiara delle parti, l’oggetto del contendere e le motivazioni della controversia. Successivamente al ricevimento della richiesta di conciliazione, le parti sono convocate presso gli uffici del competente Servizio Territoriale dell’Agricoltura o altra sede periferica del Servizio stesso. 
Il Dirigente o il Funzionario delegato, svolge la funzione di conciliatore: non decide la controversia ma redige apposito verbale nel quale descrive e rappresenta ciò che viene concordato dalle parti in caso di accordo o nel caso di mancato raggiungimento di un accordo, precisa le posizioni delle parti coinvolte.

La mancata presenza di una delle parti regolarmente convocate dal servizio territoriale equivale ad accordo negativo, a meno che non sia giustificata l’assenza con comunicazione trasmessa almeno 48 ore prima dell’incontro.