NUCRÉ, al via la II edizione della rassegna di arte contemporanea
Al via il 22 luglio 2023, alle ore 19.00, la II Edizione di NUCRÉ, Rassegna di arte contemporanea nel comune di Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi.
Il progetto, nato su iniziativa di Rita Urso e Arechi Invernizzi (Artopiagallery, Milano), in collaborazione con il Comune di Ceglie Messapica e la Pinacoteca Emilio Notte, con il patrocinio della Regione Puglia e del Museo Arecheologico F. Ribezzo, Brindisi, si sviluppa quest’anno in due sedi: il Castello Ducale – nella Sala dei Sindaci e nelle Scuderie, riaperte per la prima volta al pubblico dopo oltre quarant’anni – sarà la sede della mostra collettiva “The Court Ballet” a cura di Roberto Lacarbonara; il Trullo Rubina, in contrada Menzella, sempre nell’agro di Ceglie Messapica, ospiterà la mostra “Leggere gravità”, progetto a cura di Arechi Invernizzi, dedicato a Rubina Ciracì.
“Siamo orgogliosi di presentare la seconda edizione di questa rassegna di arte contemporanea che ha il patrocinio della Regione Puglia – ha dichiarato Grazia di Bari, consigliera delegata alla Cultura della Regione Puglia. - La parola Nucré, che unisce i termini dialettali Nu e cré, fa riferimento a una poesia di Pietro Gatti, ed evoca il domani, il futuro, la speranza. Vogliamo ringraziare Rita Urso e Arechi Invernizzi di Artopia Gallery a Milano per aver dato vita a questa rassegna, nata grazie al loro legame con la nostra terra. Saranno anche riaperte dopo 40 anni le Scuderie del Castello Ducale di Ceglie Messapica, che sarà sede della mostra “The Court Ballet”, mente il trullo Rubina ospiterà la mostra “Leggere gravità”, progetto dedicato a Rubina Ciraci, madre di Rita Urso nata a Ceglie Messapica”.
“Il castello di Ceglie è uno dei siti del patrimonio culturale pugliese più preziosi e straordinari su cui abbiamo già fatto degli investimenti- è il commento di Aldo Patruno, direttore Dipartimento Turismo e Cultura Regione Puglia - e siamo consci che ne serviranno altri. Uno degli interventi principali su cui concentrare le forze è la valorizzazione di Emilio Notte, artista futurista a cui Ceglie ha dato i natali. Ringrazio Rita Urso per aver fatto un investimento privato sul territorio pugliese. Un territorio che è diventato sempre più attrattivo ed è questa la sfida che abbiamo davanti per i prossimi anni a cui le istituzioni locali e regionali devono rispondere. L'investimento in arte e in arte contemporanea è un asse principale della Regione. La contaminazione dei linguaggi e delle forme diverse che ha Nucré risponde all’esigenza di mettere in campo un’offerta turistica e culturale alta. Nella prospettiva della diversificazione dell'offerta pugliese l'arte e l'arte contemporanea hanno un punto centrale. L'arte contemporanea ha la funzione di offrire chiavi di lettura intellegibile rispetto anche a fenomeni epocali a cui siamo assuefatti. L'obiettivo è utilizzare la cultura per migliorare il benessere delle persone che vivono in Puglia e anche quei cittadini contemporanei”.
Rita Urso, ideatrice di Nucré e direttrice di Artopiagallery di Milano ha dichiarato: “Abbiamo chiamato questa rassegna Nucré, quindi “domani”, perché volevamo valorizzare un passato e un presente nel futuro attraverso la lente dell’arte contemporanea, che è in grado di fornire uno sguardo particolare su quello che viviamo. Ci siamo ispirati alla figura di Aurelia Sanseverino, una nobildonna che usava aprire alla cultura le porte del castello di Ceglie Messapica. Quest’anno, dopo la prima edizione ispirata alla figura di Emilio Notte, apriamo di nuovo il castello e dopo quarant’anni per riapriamo anche le scuderie del castello. Qui ospitiamo la mostra “The court ballet”, dedicata al tema della danza, per cui menziono, tra gli altri, il lavoro inedito di Giulia Parlato dedicato al “Capitello della danza” conservato al museo archeologico regionale “Francesco Ribezzo” di Brindisi. Una mostra strettamente connessa a quella allestista in contemporanea al Trullo Rubina, a cura di Arechi Invernzzi, chiamata “Leggere gravità”.
Per Angelo Palmisano, sindaco Ceglie Messapica “Nucré è un’occasione importante per il nostro territorio e siamo entusiasti di ospitarlo per il secondo anno. Faccio i complimenti ad Artopiagallery e ringrazio tutti i collaboratori e gli artisti per il lavoro che stanno facendo con l’arte contemporanea su Ceglie Messapica per questa edizione. L'impegno economico sulla cultura sta diventando sempre più importante e difficile da sostenere. È necessario che ci sia questo sostegno da parte di tutti perché diversamente i comuni hanno difficoltà e vanno ampliate le collaborazioni tra Regione e Comuni”.
Nucré, è una parola composta dai termini dialettali “nu” + “cré” e rappresenta una ricorrente formula vernacolare del territorio con cui si indica generalmente “un domani”, allusione e suggestione usata in forma di speranza, di promessa, di destino. Il termine fa riferimento a una delle più celebri poesie di Pietro Gatti, autore cegliese tra i più influenti poeti regionali del Novecento, cui è dedicata la Biblioteca civica.
Attraverso un omaggio alla celebre personalità di Aurelia Sanseverino (1498-1562), “utile signora e padrona antica” del feudo di Ceglie, NUCRÉ apre al pubblico le sale del Castello Ducale per ospitare la mostra THE COURT BALLET dedicata al tema della danza e della musica: questo singolare “invito a corte” intende rievocare gli usi di una nobildonna illuminata e munifica che, oltre a dotare la città di opere sociali come il nosocomio e il convento di San Giovanni Evangelista, provvide allo sviluppo architettonico del maniero e del centro storico, lasciando ai cittadini la possibilità di varcare le soglie del Castello in occasione di rappresentazioni musicali e per la visione delle opere d’arte della collezione baronale. La storia del Palazzo nobiliare, luogo della cultura e della partecipazione civica, raduna oggi suggestioni e dialoghi tra l’arte contemporanea e alcuni fenomeni arcaici e antropologici legati al culto della danza, fortemente connessi ai luoghi della rassegna. Gli artisti in mostra, radunati nelle Scuderie del Castello, saranno Dina Danish, Angelo Filomeno, Angelica Mesiti, Marzena Nowak e Luca Trevisani.
Inoltre, sarà presentato un lavoro fotografico inedito di Giulia Parlato dedicato al “Capitello della Danza”, conservato nel Museo Archeologico Regionale “Francesco Ribezzo” di Brindisi, diretto dall’architetto Emilia Mannozzi. Autentico gioiello medievale – oggetto di un recentissimo restauro da parte della ditta Artistica Pirro, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza ABAP delle province Brindisi e Lecce – è considerato tra le più rilevanti e significative testimonianze della presenza dei Normanni in terra brindisina (così come a medesima epoca appartiene il nucleo centrale del Castello di Ceglie) soprattutto per la sua inconsueta scelta tematica riguardante i dodici personaggi, maschili e femminili, partecipi a una scena di danza.
Ulteriore aspetto d’indagine della Rassegna sarà il tema della “Pizzica Serpentata Cegliese”, una arcaica forma di espressività musicale e canora della tradizione locale dal carattere magico-rituale, utilizzata per curare le persone che si credevano possedute da un animale-simbolo come il serpente. A questa forma di malessere e alla relativa cura tradizionale è dedicato il lavoro di Elena Mazzi.
Il Trullo Rubina in contrada Menzella a Ceglie Messapica sarà la sede della mostra collettiva Leggere Gravità, un progetto dedicato a Rubina Ciracì, a cura di Arechi Invernizzi.
Il Trullo, con la sua particolare forma architettonica e la sua storia, costituisce il motivo ispiratore del tema dell’esposizione, la leggerezza nell’intima e paradossale relazione con il suo contrario, la gravità, intesa come fisicità e compattezza delle cose.
La semplicità del metodo costruttivo rende queste abitazioni “leggere” e in qualche modo provvisorie. Le lastre di pietra calcarea incastonate a gradino senza malta e cemento sfidano la forza di gravità nella loro tensione verso il cielo e sono facilmente smontabili, come accadeva durante il periodo borbonico, quando gli esattori spagnoli inviati dal Regno di Napoli arrivavano per riscuotere le tasse sugli immobili.
Nel contempo la massiccia base quadrangolare dalle pareti spesse conferisce al trullo un’immagine non solo di solidità e sicurezza, ma anche di resistenza alle avversità del tempo e di ancoraggio alla terra.
Ognuno dei lavori esposti rispecchia la suggestione dell’ossimoro da cui prende il titolo la mostra e si muove in un territorio di mezzo e sospeso, da cui trae consistenza per contrappunto e dove la leggerezza può rovesciarsi nel suo contrario.
Il mondo effimero delineato dalle ombre nelle opere di Maddalozzo, Pignatelli e Uncini, rimanda ad una composizione plastica e trasforma un elemento labile e ambiguo in qualcosa di stabile e visibilmente concreto. Allo stesso modo le forme severe e rigorose della scultura in acciaio di Gilioli giocano con i molteplici riflessi della luce, mentre nei quadri di Catelani l’instabilità del colore annulla la distinzione tra materia e immagine.
I collage surreali di Tomašević e le stampe digitali di Pizzolante aprono ad un universo inspiegabile e metafisico in cui l’uomo è infinitamente piccolo e la memoria diviene palpabile. Infine, nella rielaborazione di due tradizionali ex voto boemi di Štětinová, si avverte come una discrepanza tra la leggera, fluida, e fragile aggregazione del soggetto e la materia più rigida con cui è realizzato, il legno di tiglio.
Pubblicato il 18 luglio 2023