Giunta regionale approva ddl Parco Naturale Regionale Costa Ripagnola
La Giunta ha approvato oggi lo schema di disegno di legge per l'istituzione del Parco naturale regionale di "Costa Ripagnola", nei territori a terra e a mare dei comuni di Polignano e Monopoli.
"Avviamo oggi – ha detto il presidente Emiliano – un percorso che porterà alla tutela di una delle parti più straordinarie del territorio pugliese, dove ci sono paesaggi bellissimi e dove – in accordo con i Comuni – la bellezza della natura potrà essere meglio protetta in accordo con il programma di governo regionale e con le richieste delle associazioni ambientaliste"
La proposta di legge, che ora passa all'esame del Consiglio, è finalizzata a garantire e promuovere la conservazione, il recupero e la valorizzazione del patrimonio naturale presente nei territori dei Comuni di Monopoli e Polignano a Mare.
In particolare nella porzione di territorio interessata sono documentate evidenze di "segnalazione di opere di trasformazione ambientale naturale" inerenti ad attività non previamente autorizzate o eseguite in difformità dai titoli abilitativi rilasciati.
Anche per questo è dunque discesa la necessità di intervenire normativamente apprestando la più idonea forma di tutela del territorio in parola, attraverso l'istituzione dell'area protetta regionale.
Il perimetro del Parco naturale si estende verso una porzione del Comune di Monopoli in un'area confinante con il Comune di Polignano a Mare, che presenta i medesimi valori naturalistici, ambientali e paesaggistici.
L'area della costa di Polignano a Mare rappresenta uno degli ultimi tratti di costa rocciosa a falesie pressoché integri nel territorio della Città Metropolitana di Bari.
Rispetto all'intera superficie del Parco, la porzione di territorio appartenente al Comune di Polignano a Mare corrisponde a due terzi del totale, quella appartenente al Comune di Monopoli ad un terzo.
Sotto il profilo dell'uso del suolo, come desumibile dalla carta tematica aggiornata al 2011, l'area è così caratterizzata:
- superfici coltivate 232, 59 ha, il 42% dell'intera area protetta;
- superfici naturali 191,90 ha, il 35% dell'intera area protetta;
- superfici antropizzate 124,26 ha, il 23% dell'intera area protetta.
L'area è caratterizzata da rilevante valore paesaggistico e naturalistico, nonché da grande interesse dal punto di vista speleologico in quanto risultano presenti numerose e importanti grotte terrestri e marine sommerse e semisommerse ed emergenze geologiche. Il tratto di costa presenta alcuni significativi elementi del reticolo di lame, in particolare nella zona di Pozzo Vivo, Torre Incine, S. Vito e San Giovanni.
Dal punto di vista antropologico e culturale, in tale area si evidenzia la presenza di testimonianze di antropizzazione del territorio che mostrano la continuità di frequentazione in un arco temporale cha va dal paleolitico ad oggi, con la presenza diffusa di elementi emergenti quali la divisione fondiaria, i muretti a secco, i trulli, i pozzi ed altri elementi tipici del paesaggio rurale. In relazione agli aspetti archeologici, si evidenzia che l'area in esame ricade in un comprensorio territoriale in cui sono noti rinvenimenti archeologici, sia terrestri sia subacquei, e segnalazioni relative ad insediamenti sparsi di natura antropica che hanno caratterizzato, senza soluzione di continuità, periodi diversi, compresi tra l'età preistorica e la tarda età medievale.
L'area riporta la presenza dei seguenti habitat di interesse comunitario ai sensi della Direttiva 92/43/CEE:
- 1120*Praterie di Posidonia (Posidonion oceanicae)
- 1170 Scogliere (Coralligeno e Scogliera Corallina con biocostruzioni a scleractinie)
- 1240 Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. Endemici
- 2250* Dune costiere con ginepri (Juniperus spp.)
- 6220* Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea
- 8310 Grotte non ancora sfruttate a livello turistico
- 8330 Grotte marine sommerse o semisommerse
Sotto il profilo naturalistico e paesaggistico l'area è soggetta ai seguenti principali fattori di rischio:
- nuove urbanizzazioni;
- trasformazione delle residue aree a naturalità diffusa;
- infrastrutture a servizio delle strutture balneari sulle scogliere;
- perdita e/o danneggiamento del patrimonio archeologico ancora celato nel terreno e non immediatamente percettibile;
- parcheggi non regolamentati;
- fruizione non regolamentata del tratto di mare immediatamente prospiciente la costa;
- fruizione non regolamentata delle grotte sommerse;
- attività non regolamentate di ormeggio ed ancoraggio;
- attività non regolamentata di pesca sportiva.
Sulla scorta degli esiti del procedimento svoltosi (confluiti nei relativi verbali delle sedute di CdS celebratesi), nonché degli approfondimenti tecnici esperiti e della approvazione del relativo perimetro del Parco naturale regionale, tutti riversati nel Documento di indirizzo approvato con la determinazione dirigenziale n. 243 del 17 dicembre 2019, il territorio del Parco è stato suddiviso in Zone: segnatamente l'art. 3 del presente schema di disegno di legge prevede che "Fino alla approvazione del Piano … il Parco è suddiviso nelle seguenti zone:
- zona 1 di rilevante valore naturalistico, paesaggistico e storico culturale;
- zona 2 di valore naturalistico, paesaggistico e/o storico culturale, connotata dalla presenza di nuclei abitati e/o produttivi;
- zona 3 caratterizzata dalla presenza di centri edificati o di frazioni di centri edificati".
Pubblicato il 25 febbraio 2020