FdL 2023. Presentati i nuovi avvisi della programmazione 2021-2027
L’assessore Delli Noci: “Spingere le imprese pugliesi verso il futuro, puntando sull’innovazione”
“L’incredibile risultato ottenuto dalla Puglia rispetto all’utilizzo dei fondi nella passata programmazione, che ci ha permesso di diventare la prima regione europea per la spesa degli stessi, è frutto di un lavoro di squadra che rafforza il binomio pubblico-privato”. L’assessore allo Sviluppo economico, Alessandro Delli Noci ha accolto con queste parole la folta platea che questa mattina ha preso parte all’incontro organizzato da Regione Puglia in Fiera del Levante sui nuovi Avvisi finanziati con risorse FESR 2021-2027.
Abbiamo lavorato in maniera celere e costante alla stesura dei bandi – ha continuato Delli Noci – ma non è stato sempre semplice perche è cambiato il regolamento comunitario al quale occorre adeguare i bandi, perché ogni modifica deve essere discussa e approvata dal partenariato economico e sociale che esprime esigenze e voci differenti, tutte da tenere in considerazione, e per le novità inaspettate che riguardano le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione su cui eravamo certi di poter far affidamento come è sempre stato”.
“Voglio ricordare che le misure che presentiamo oggi - Contratti di Programma, Pia, Nidi e TecnoNidi - sono strumenti consolidati che hanno avuto grandi riscontri nelle precedenti programmazioni. Nel ciclo 2014-2020 hanno generato da soli più del 60% degli 8 miliardi movimentati da tutti gli strumenti agevolativi per le imprese. Con questa programmazione puntiamo in modo deciso a forme di sostegno sempre più integrate, strutturali e pluriennali. Puntiamo, così come ci indica l’Europa, sui temi della ricerca industriale e dello sviluppo sperimentale, sulla formazione di nuove competenze in tema di trasformazione digitale e riconversione green e sull’innovazione, perché innovare significa spingere tutti, anche e soprattutto le piccole e micro imprese, verso il futuro. Ed è esattamente ciò che intendiamo fare. Infine, abbiamo messo in piedi una grande collaborazione con i settori turismo e agricoltura per rafforzarli e generare nuove filiere industriali”.
“I fondi della scorsa programmazione, in particolare Pia Turismo e Titolo II, hanno generato una maggiore qualificazione dell’offerta ricettiva, nonché un aumento dei posti di lavoro. La sinergia con l’Assessorato allo Sviluppo Economico ci permetterà, con i bandi in programma a valere sulle risorse del Piano Regionale 2021-2027, di innovare gli strumenti a disposizione delle imprese e intercettare le esigenze degli operatori che contribuiranno alla crescita del turismo pugliese. Internazionalizzazione e ampliamento della stagione turistica restano capisaldi della strategia pugliese basata su una proposta di prodotti turistici complementari che vanno dal mare, all’arte e cultura, dall’enogastronomia al MICE e wedding fino alle esperienze all’aria aperta” ha dichiarato l’assessore regionale al Turismo Gianfranco Lopane.
Per i Contratti di Programma, gli investimenti ammissibili sono i progetti di ricerca e sviluppo promossi da una o più grandi imprese ma a condizione che ci sia una collaborazione effettiva con imprese di dimensione più piccola quali Pmi e startup. A loro volta i progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale potranno essere integrati con progetti di innovazione, investimenti produttivi, progetti formativi, investimenti a favore della tutela ambientale ed è prevista, esclusivamente per le Pmi aderenti, l’acquisizione di consulenze specialistiche, programmi di internazionalizzazione e di partecipazione a fiere. L’importo complessivo dei progetti dovrà partire da minimo di 5 milioni di euro e arrivare ad un massimo di 110 milioni di euro.
I Programmi Integrati di Agevolazione (Pia), a differenza di quanto avvenuto nelle precedenti programmazioni, diventano un unico avviso rivolto sia alle medie che alle piccole imprese che possono presentare, singolarmente o con altre Pmi, startup e imprese innovative, programmi di investimento per attività di ricerca industriale, sviluppo sperimentale, innovazione tecnologica ed industriale, digitalizzazione e transizione energetica ed ambientale, sviluppo e qualificazione delle competenze oltre che acquisizione di consulenze specialistiche, programmi di internazionalizzazione e di partecipazione a fiere. In questa programmazione sono ammesse anche le iniziative commerciali che nel loro programma di investimento prevedano progetti di innovazione. L’importo complessivo delle spese e dei costi ammissibili per i Pia è compreso tra un minimo di 1 milione e un massimo di 50 milioni di euro.
Nel ciclo di programmazione 2021-2027 debuttano per la prima volta i MiniPia, Pacchetti Integrati di Agevolazione. Si rivolgono a micro e piccole imprese e ai liberi professionisti con l’obiettivo di far fronte alle nuove sfide imposte dall’innovazione e dalla transizione ecologica e digitale attraverso la reingegnerizzazione dei cicli produttivi e l’avvio di processi di economia circolare; ma hanno anche la finalità di agevolare l’accesso al credito da parte delle imprese di minore dimensione, sostenere il loro posizionamento a livello nazionale e internazionale, supportare la diffusione dell’innovazione, sostenere e qualificare l’aggiornamento e l’adeguamento delle competenze del loro personale oltre che favorire l’acquisizione di consulenze specialistiche, programmi di internazionalizzazione e di partecipazione a fiere. Potranno essere agevolati investimenti produttivi in chiave di tecnologie abilitanti e di innovazione correlati a temi quali la digitalizzazione, l’energia e l’ecosostenibilità che devono essere integrati con progetti di innovazione tecnologica, organizzativa e gestionale delle imprese. I programmi di investimento dei MiniPia dovranno avere un importo complessivo ammissibile compreso tra 30mila e 5 milioni di euro. Anche il pacchetto per le imprese turistiche include sia Pia sia MiniPia.
In particolare i Programmi Integrati di Agevolazione Turismo (Pia Turismo) già ampiamente utilizzati nelle precedenti programmazioni, in questo nuovo ciclo devono essere integrati con investimenti di carattere digitale, tecnologico, energetico e di gestione dei rifiuti. Sono agevolati i progetti che prevedono ampliamento, ammodernamento e ristrutturazione di immobili per trasformarli in strutture turistico-alberghiere di almeno 7 camere, tutte attività finalizzate al recupero e alla riqualificazione di un patrimonio già esistente o di pregio, come nel precedente ciclo. Questa volta tuttavia è prevista necessariamente anche l’integrazione con almeno un intervento che riguardi programmi di innovazione tecnologica, progetti formativi per qualificare competenze relative alla trasformazione digitale, al turismo sostenibile, alla transizione ecologica ed alla riconversione green, e investimenti specifici a favore della tutela ambientale. Per le Pmi sono inclusi programmi per l’acquisizione di consulenze specialistiche per l’internazionalizzazione e spese per la partecipazione a fiere. I Pia Turismo potranno essere presentati da un’impresa grande, media o piccola e da reti d’impresa e consorzi. I programmi di investimento dovranno avere un importo complessivo delle spese e dei costi ammissibili compreso tra 5 e 40 milioni di euro.
Anche i MiniPia Turismo si rivolgono alle aziende turistiche di ogni dimensione, dalle grandi alle piccole imprese, incluse le reti d’impresa e i consorzi, ma variano gli importi ammissibili che oscillano tra i 30mila euro e i 5 milioni. Importante sottolineare le finalità che accomunano sia Pia che MiniPia dedicati al turismo e che differenziano questi strumenti da quelli dalla precedente programmazione. Le finalità questa volta sono infatti l’innalzamento degli standard qualitativi dell’offerta e il miglioramento dei servizi in chiave ecologica e green, ma anche la digitalizzazione delle imprese che operano nel comparto turistico, la formazione degli operatori e il sostegno e la qualificazione dell’occupazione regionale inclusa l’occupazione femminile.
In particolare per i MiniPia Turismo, gli investimenti devono essere finalizzati al recupero del patrimonio esistente (dagli edifici abbandonati o non ultimati alle masserie, palazzi storici, trulli, torri e fortificazioni) da trasformare in strutture turistico-alberghiere o extralberghiere con almeno 5 camere.
Per tutti i cinque gli avvisi la forma dell’aiuto è il contributo a fondo perduto, per i MiniPia sia ordinari che destinati al turismo, alla sovvenzione diretta (a fondo perduto) si aggiunge un 10% di contributo in conto impianti determinato sul montante degli interessi di un finanziamento bancario e il 10% di Esl (Equivalente sovvenzione lorda) su operazioni di garanzia, controgaranzia, cogaranzia e riassicurazione, sul finanziamento bancario concesso.
Per i contratti di Programma e per i Pia Turismo gli investimenti produttivi delle grandi imprese potranno essere agevolati solo qualora si rendessero disponibili in futuro risorse finanziarie non comunitarie.
Inoltre, la giunta regionale ha stanziato, con variazione di bilancio, gli importi degli strumenti di agevolazione Nidi e TecnoNidi. Si tratta complessivamente di oltre 59 milioni di euro di cui 39,4 milioni per Nidi e 19,7 milioni per TecnoNidi, tra risorse per sovvenzioni e prestiti.
In particolare TecnoNidi si rivolge alle startup tecnologiche e alle piccole imprese innovative che hanno investito in ricerca e sviluppo e che attraverso l’Avviso regionale intendono avviare o sviluppare in Puglia piani di investimento a contenuto tecnologico finalizzati all’introduzione di nuove soluzioni produttive o di servizi per la valorizzazione economica di risultati di conoscenze acquisite o derivanti dalla attività del sistema della ricerca pubblica o privata.
L’importo complessivo del progetto imprenditoriale dovrà essere compreso tra 25mila e 350mila euro, di cui massimo 250mila euro destinati ai costi di investimento e massimo 100mila euro destinati ai costi di funzionamento ed è previsto un contributo a fondo perduto e un prestito rimborsabile a tasso agevolato sulle spese per investimenti, e un ulteriore contributo a fondo perduto per le spese di gestione sostenute nei primi 12 mesi di attività
Allo stesso modo Nidi (Nuove iniziative d’impresa) offre un aiuto per l'avvio di una nuova microimpresa con un contributo a fondo perduto e un prestito rimborsabile a tasso agevolato sulle spese per investimenti e un ulteriore contributo a fondo perduto per le spese di gestione sostenute nei primi mesi di attività. Lo strumento agevola in particolare compagini giovanili, imprese femminili, nuove aziende e imprese turistiche partecipate per almeno il 50% da soggetti con difficoltà di accesso al mondo del lavoro.
L’investimento proposto può avere un valore compreso tra 10mila e 250mila euro, con agevolazione che varia al crescere del valore dell’investimento.
Pubblicato il 13 settembre 2023